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Visualizzazione dei post da 2018

LETTURE

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                                              Alla scuola di Gesù I n seguito, le parole: Si avvicinarono a lui i discepoli, vanno intese nel senso di scolari che pongono dei problemi al maestro, esaminando chi è il più grande nel regno dei cieli. Da questo punto di vista i discepoli di Gesù sono certo da imitare: se mai tra noi non trovassimo risposta ad un quesito, con ogni concordia circa quel quesito, avviciniamoci a Gesù che è presente dove due o tre sono radunati nel suo nome, ed è pronto con la sua presenza, a seconda delle nostre capacità, ad illuminare i cuori di coloro che sinceramente vogliono mettersi alla sua scuola per la comprensione dei quesiti. Non è poi fuori luogo avvicinarsi anche ad uno dei maestri stabiliti da Dio nella Chiesa e porre a lui una domanda analoga: chi è dunque il più grande nel regno dei cieli? Dalla Regola:severità e comprensione nell'educazione Nelle indicazioni “pedagogiche” della sua Regola  san Benedetto oscilla tra severità e co

L'EDUCAZIONE NELLA CIVILTA' MUSULMANA

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                              IL MONDO ARABO PREISLAMICO: LA TRADIZIONE ORALE    La civiltà araba  si sviluppa nella penisola arabica, a partire dal VI-VII secolo d.C., grazie all’impulso dato da Maometto, il fondatore di una nuova religiosa monoteistica: l’islam. Prima della conversione all’Islam, l’Arabia, un paese occupato in gran parte dal deserto, è abitata soprattutto da tribù nomadi dedite alla pastorizia: i beduini si spostano continuamente portando con sé tutti i propri beni (animali, cibo,oggetti). Tradizioni, costumi, conoscenze passano di generazione in generazione grazie alla trasmissione orale, per mezzo di narrazioni. I poemi preislamici, che possiamo conoscere attraverso trascrizioni compiute in epoche successive, hanno anche un carattere pedagogico: essi insegnano ai ragazzi e alle ragazze i propri compiti e raccomandano valori quali l’ospitalità, la generosità, la carità (che diventerà un precetto islamico), l’amore per gli animali. In una Mu’allaqu , per esempio,

SCUOLE EPISCOPALI,PARROCCHIALI,PATRIARCALI

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I monasteri, che sorgono in tutta Europa intorno al V secolo, si caratterizzano oltre che per essere luoghi di culto, anche per essere centri di formazione dei futuri monaci. Qui, accanto alle pratiche di fede, i giovani, destinati alla vita monastica, apprendono la lettura e la scrittura utilizzando soprattutto i testi sacri. Per evitare il sovraffollamento che si determina,Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno, nell’817 vieta l’accesso ai monasteri a coloro che non prenderanno i voti. Per questioni economiche quest’ordinanza non sempre è rispettata: i giovani aristocratici elargiscono infatti donazioni e lasciti ai monasteri, per cui la loro esclusione dalla scuola monastica arreca un notevole danno.Alcuni monasteri, incuranti dell’ordinanza, continuano a far convivere al loro interno due distinte scuole, per chierici e laici. Un esempio è il monastero di San Gallo in Svizzera, sorto nella prima metà del IX secolo che, anche in regime di divieto, in un’ala separata da un muro contie

CARLO MAGNO E LA SCUOLA PALATINA

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Un tentativo concreto e istituzionale di rianimare la cultura e l’istruzione si deve a Carlo Magno . Re dei Franchi, popolo stanziato tra Germania e Francia, Carlo amplia considerevolmente le dimensioni del proprio dominio, sottomettendo i Longobardi e i Sassoni. Il suo progetto politico prevede la costruzione di un impero che si richiami all’impero romano e al cristianesimo. Egli viene incoronato imperatore la notte di Natale dell’800.  Carlo dà vita a un fenomeno di rinascita culturale chiamato rinascita carolingia. Carlo, pur essendo un illetterato, ha compreso l’importanza di una riforma della struttura di governo che investa tutti i campi della cultura ed in modo particolare l’istruzione, vero motore di ogni cambiamento. Nell’Esortazione generale del 789 indica le linee guida del suo progetto di riforma generale. Egli considera fondamentale che tutti i popoli conquistati siano accomun ati dagli stessi costumi, da un’unica lingua e da un’unica religione e per far questo invita

GREGORIO MAGNO:LA FORMAZIONE DEL CLERO E L'EDUCAZIONE POPOLARE

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Gregorio Magno, monaco benedettino e poi papa dal 590,è considerato un divulgatore della religione cristiana e nella sua Regola pastorale detta i principi pedagogici per la formazione di chierici e vescovi. Fondamentali sono i contenuti dell’apprendimento che non vanno scelti solo tra quelli presenti nei testi sacri, ma anche tra i classici della letteratura di origine pagana in un rapporto di fusione e compenetrazione delle due culture, entrambe considerate indispensabili per una formazione completa degli uomini della Chiesa.Convinto sostenitore della formazione popolare, una volta eletto papa, in alcuni dei suoi numerosi scritti ricorda ai suoi vescovi di perseguire la formazione religiosa del popolo, attraverso la predicazione. Queta, sulla scorta di quanto già detto da Agostino nella Prima catechesi, non deve fare sfoggio di un linguaggio forbito, incomprensibile ai più, ma adattarsi a un uditorio modesto perché “colui che insegna deve stare bene attento a non predicare più di quel

SEVERINO BOEZIO:LE ARTI LIBERALI E LA FILOSOFIA

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Le arti liberali, che già erano state importanti nell’istruzione dei secoli precedenti,sono al centro delle riflessioni di Severino Boezio , il quale riserva loro vari trattati. Scrive quindi una serie di opere dedicate a ciascuna delle discipline delle arti liberali.Alla base di queste opere si può ritrovare un progetto pedagogico dettato dall’obiettivo di studiare il mondo da diversi punti di vista, per cogliere in esso un ordine superiore che può essere dimostrato da ognuna di queste scienze. Le arti del quadrivio – aritmetica, geometria, astronomia e musica – colgono rispettivamente l’ordine e la perfezione del numero, dello spazio, dei corpi celesti e dei suoni. Boezio non vuole scrivere un semplice manuale, ma fornire una conoscenza della verità sul mondo, per spingere l’allievo a comprendere le regole che presiedono all’armonia del cosmo.Dopo aver composto i testi sulle arti del quadrivio, Boezio rivolge la sua attenzione alle arti del trivio o del linguaggio : grammatica , di

Cristianesimo e filosofia

 Ben presto,il cristianesimo si trova ad affrontare uandoppia sfida: una ,dall'esterno,portata dalla società e dalla cultura pagane contro la nuova fede,accusata di essere pericolosa per la stabilità politica ed economica dall'impero; l'altra, interna, a causa delle diverse interpretazioni dello stesso messaggio cristiano.Già dal II sec.d.C. compaiono le prime vere scuole cristiane.Questi centri educativi,oltre alla dottrina cristiana,insegnano anche elementi di filosofa greca. I primi maestri cristiani vengono chiamati didaskailoi,secondo una denominazione di età ellenistica.Una delle prime e più importanti scuole sorge,verso il 190,ad Alessandria d'Egitto,una capitale culturale del mondo mediterraneo fin dai tempi dell'ellenismo,ed è chiamata Didaskaleion. Nel Didaskaleion operano Panteno , Clemente Alessandrino e Origene .  Sulle attività tenute nella Scuola dell'Alessandria non esistono molti documenti; nel contempo vengono insegnate le sette arti liberali:

La prima educazione cristiana e l'importanza dei fanciulli

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Nei primi secoli l'educazione cristiana non si appoggia a una vera struttura scolastica,ma è basata sul rapporto personale,che ricorda l'azione degli apostoli.Nell'ottica cristiana l'educazione è rivolta a tutti,senza differenza di sesso,di appartenenza etnica,di condizione sociale e di capacità intellettuale.  Quello cristiano è un messaggio universale che,attraverso un rinnovamento interiore ,vuole condurre alla salvezza dell'anima. Il messaggio di Cristo è incentrato sull'amore per gli altri,riflesso dell'amore di Dio. Tra i tanti passi presenti nei Vangeli,possiamo ricordare un passaggio del vangelo di Matteo :" Gesù però disse loro:Lasciate che i bambini vengano a me,perché di questi è il regno dei cieli" .in quanto innocenti sono più pronti ad accogliere la parola di Dio e a essere in modo da meritare il regno dei cieli.

Cristianesimo ed educazione: la salvezza dell'anima

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Negli ultimi secoli dell'impero romano acquista importanza una religione che porta con sé una visione radicalmente innovativa dell'uomo:il cristianesimo. A partire dalla predicazione di Cristo in Palestina,la nuova religione conquista lo stesso impero. Man mano che l'impero romano ,soprattutto ad Occidente,va incontro allo sfacelo,cresce l'importanza della Chiesa cristiana ,che cerca di conservare le strutture amministrative dello Stato. I monasteri sono centri di conservazione e di trascrizione di opere del passato.Il cristianesimo manifesta una spiccata vocazione pedagogica .Cristo è il maestro e predica la "buona novella". I primi strumenti della religione cristiana sono i Vangeli incentrati sulla figura d cristo e sul suo esempio. Cristo,come testimoniato dai Vangeli,insegna attraverso esempi concreti,che sono il contenuto delle numerose parabole. La parabola è quindi un racconto didascalico che ricorre esempi concreti paragonando tra loro due situazion

Seneca e l'autoeduazione interiore

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Seneca si interessa invece di un tipo di formazione diversa, non scolastica. Egli mira infatti all’autoformazione, ossia a un percorso verso la saggezza, intesa come capacità di autocontrollo e accettazione del proprio destino.

Quintiliano e l'educazione in età imperiale

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Quintiliano descrive l’intero processo di educazione, con particolare attenzione nei confronti del futuro oratore. Egli si interessa non solo degli aspetti tecnici dell’arte oratoria, ma anche dei caratteri e della  cultura del retore, nonché delle prassi di insegnamento e del rapporto tra maestro e allievi.

L'rganizzione scolastica romana

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Sotto l’infusso della cultura greca, a Roma si sviluppa un sistema scolastico, organizzato in una scuola primaria, una scuola secondaria, uno studio avanzato destinato ai retori e una formazione tecnica.

Cicerone e l'ellenizzazione dell'educazione romana

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Cicerone, invece, cerca una mediazione tra i valori tradizionali e la novità rappresentata dalla cultura greca. Promuove un’ampia formazione per l’ oratore e definisce gli aspetti fondamentali dell’ arte oratoria.

L'educazione romana delle origini e il mos maiorum

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Ai cambiamenti in corso nella società romana dopo la seconda guerra punica si oppone Catone,che invoca un ritorno ai valori tradizionali e all’educazione familiare. Egli fornisce un ritratto dell’oratore come un tecnico dell’arte del linguaggio ma anche come un uomo giusto.

L'EDUCAZIONE NELL'ANTICA ROMA

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L'educazione come ''fatto sociale'' Nella società romana delle origini l’ educazione è  basata sulla trasmissione orale e l’ esempio. È rivol ta ai soli maschi, che devono imparare a gestire le  proprietà agricole e a partecipare alla vita sociale e  politica. L’ educazione, basata sui valori del mos ma iorum , è impartita dalla madre fino ai sette anni e  poi da padre da un altro adulto maschio

L'educazione nell'età ellenistica

In età ellenistica, mentre va articolandosi il sistema educativo, l’ideale di una felicità privata prende il sopravvento sull’ideale del cittadino impegnato,in seguito alla fine delle città-stato e al prevalere degli imperi. Gli ideali educativi mutano di conseguenza. Plutarco propone gli esempi storici come modelli di virtù invece di descrivere alti ideali, mentre Sesto Empirico, criticando la possibilità di una conoscenza certa, sottolinea l’importanza dell’esperienza per l’ apprendimento. https://www.youtube.com/watch?v=Nmi8cFYJPCU

Aristotele:la formazione integrale e l'educazione di Stato

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Al pari di Platone, Aristotele è sia un filosofo sia un insegnante sia un teorico dell’educazione. Le sue riflessioni sull’educazione si sviluppano all’interno di una riflessione etico-politica, incentrata sul tema della felicità (che per Aristotele coincide con l’attività intellettuale) e le funzioni dello Stato.Secondo Aristotele, infatti, l’educazione, a partire dai 7 anni, deve essere impartita dallo Stato,che si propone la perfetta formazione armonico dell’uomo,attraverso uno sviluppo fisico, intellettuale e morale.

Isocrate:la formazione dell'oratore

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In contrapposizione sia alla pretesa platonica di  raggiungere la verità sia al progetto dei sofisti di insegnare una pura arte del discorso, Isocrate fonda una scuola nella quale vengono trasmessi un ampio sapere enciclopedico e la retorica. Obiettivo di Isocrate è di formare uomini politici all’altezza della situazione, tanto abili dialettica mente quanto di saldi principi morali.

Platone e l'Accademia

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Platone è il più importante allievo di Socrate,uno dei più grandi filosofi di tutti i tempi.La sua teoria affronta molti temi,ma nella sua riflessione è centrale l'ideale della giustizia ,un principio che deve realizzare sia nella vita individuale sia nella vita sociale e che influisce profondamente anche sul suo pensiero pedagogico. Platone segue la strada tracciata da Socrate in un progetto di riforma culturale. Nella Repubblica egli descrive uno Stato ideale, guidato dai flosofi e prospetta un percorso educativo destinato ai migliori provenienti da ogni classe sociale. Lo scopo dell’ educazione è formare le tipologie di cittadini necessari (produttori, guardiani e flosof) allo Sta- to a partire dalle attitudini naturali di ciascuno. Nelle Leggi, dove formula un progetto politico più concreto, Platone estende il suo programma educativo a tutti i cittadini.

Socrate

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Benché simile ai sofisti per l’uso della dialettica, Socrate si pone nella storia della pedagogia con assoluta peculiarità: il suo metodo di ricerca, basato sull’uso dell’ironia, della confutazione dialettica e sulla ricerca interiore  costituisce il primo grande caso di relazione educativa nella quale l’allievo è un soggetto atti vo.

I sofisti e la nascita della paidèia

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Il termine sofista indica i primi insegnanti a pagamento degli aspiranti politici . I sofisti intendono insegnare l'areté politica , cioè la tecnica con cui un uomo politico può sostenere in pubblico le proprie tesi e sconfiggere quelle degli avversari. La nuova virtù consiste nell'abilità dialettica e retorica, cioè nell'arte del linguaggio. Questa areté, secondo i sofisti, si può imparare e non è una dote ereditaria . Con qualche forzatura, possiamo paragonare i sofisti agli attuali esperti di comunicazione, che aiutano i politici durante la campagna elettorale. Le tecniche insegnate dai sofisti sono due: • la dialettica, che consiste in un serrato dialogo tra due o più interlocutori, nel quale ciascuno cerca di provare razionalmente la validità delle proprie posizioni confutando quelle dell’avversario; • la retorica , che consiste in lunghi discorsi con i quali persuadere un vasto uditorio. La persuasione fa spesso appello a desideri, paure, speranze piuttosto che

Atene e l'educazione del cittadino

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Ad Atene si impone un modello educativo coerente con le istituzioni democratiche che si sono sviluppate e diverso da quello spartano. Sull’esempio delle città ioniche, ad Atene prevale il principio della Dike , della giustizia: la polis non è fondata sulla forza, ma sulla legge. L’ areté ad Atene coincide dunque con una vita condotta secondo giustizia . È Solone , legislatore vissuto tra il VII e il VI sec. a.C., a proporre questo ideale anche attraverso i suoi testi poetici: anzi, egli a Dike, la giustizia, sostituisce Eunomia, la buona legge , che egli stesso ha contribuito a introdurre ad Atene. L’areté è intesa come virtù civica : una forma di rispetto e dedizione verso lo Stato e le leggi, considerati beni superiori da conservare con ogni sforzo. Atene , che nel periodo della sua massima estensione arriva a contare fino a trecentomila abitanti, ha esigenze diverse da quelle puramente militari. I cittadini ateniesi maschi adulti  partecipano alla vita politica. Quindi vengono co

Sparta e l'educazione del soldato

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Sparta conosce il suo maggior splendore nel VII-VI sec. a.C. Questa polis ha un’organizzazione di carattere militare. La società spartana è divisa in tre classi:degli spartiati , i cui membri godono di pieni diritti politici e possono dedicarsi all’attività militare e alla guerra, ma non possono svolgere alcun’altra attività; i perièci , uomini liberi, artigiani e commercianti, ai quali è permesso avere proprietà, ma sono privi di diritti politici, in quanto non sono considerati cittadini. L’altra classe spartana è quella degli ilòti , schiavi senza alcun diritto, che in genere sono contadini.Il cittadino vive per la difesa della propria città e l’ educazione ha lo scopo di formare dei bravi soldati. In questa polis prevale infatti l’ideale dell’areté eroica .È lo Stato a curare la formazione dei ragazzi, che dovranno diventare soldati coraggiosi, rispettosi della gerarchia militare e obbedienti allo Stato. L’istruzione mira prevalentemente all’irrobustimento del corpo e all’addest

Esiodo e l'areté del mondo contadino

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Esiodo è il poeta più antico della Grecia continentale e il primo del quale si abbiano notizie storiche attendibili.Le sue opere più famose sono Teogonia e le Opere e i giorni . Nella Teogonia Esiodo elenca le generazioni degli dei corrispondenti ai tre periodi della storia del mondo:Urano,Crono,Zeus.   Nelle Opere vengono affrontati i due concetti fondamentali del lavoro e delle giustizia. L'areté descritta da Esiodo è dunque quella del mondo contadino greco delle origini.

L'educazione nel mondo greco

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La Grecia arcaica e i poemi di Omero  La civiltà greca nasce in un territorio particolare, diviso tra piccole isole e zone montuose continentali.Le testimonianze più antiche di una qualche forma di educazione provenienti da quest’area sono i miti. In particolare sono giunti fino a noi due poemi, la cui versione finale risale al VII secolo a.C.: l’a. Iliade e l’Odissea .I poemi sono grandi narrazioni di personaggi eroici.Al loro interno contengono informazioni sugli dei, l’origine del mondo, la navigazione, le tattiche di guerra ecc.L’Iliade e l’Odissea sono attribuite a un cantore cieco: Omero. In realtà, non si sa molto di questi personaggio e se ne mette in dubbio la reale esistenza. Probabilmente, Omero non ha fatto altro che raccogliere e unificare leggende precedenti diffuse nell'area greca.Nei poemi omerici compare il concetto di areté. Questo termine significa la  virtù. L'Iliade racconta l'assedio della città di Troia,in Asia Minore a opera degli Achei. L'Odi
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La Cina: scuole filosofiche  In Cina il sistema scolastico è più sviluppato e articolato che in India.  La sua funzione è quella di preparare i funzionari politici, sottoposti a una severa serie di esami che testano la loro formazione letteraria e morale. Esistevano, oltre alle scuole frequentate dai nobili, scuole per i contadini, dove uomini e donne si recavano dopo il lavoro nei campi. All’inizio del primo millennio, il curriculum scolastico comprende sei arti fondamentali: tiro con l’arco, guida dei carri, equitazione, studio dei rituali, scrittura e calcolo. TAOISMO Questa corrente filosofica-religiosa nasce dal l’insegnamento di Lao tzu. Il taoismo predica il ritorno a una esistenza “naturale” che, rinnegando la cultura ‘corruttrice’, ritrovi un’armonia con tutto il cosmo. I suoi insegnamenti sono tramandati nel ‘libro del tao’ Confucianesimo L’insegnamento di Confucio, sostiene la necessità di un’ampia formazione culturale che comprenda letteratura, arte e filo
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Religione ed educazione in India Il modello educativo improntato dall’obbedienza alle leggi dello Stato e della religione non è esclusivo nel mondo egizio e mesopotamico, ma è presente anche nella civiltà indiana e nella civiltà cinese. Due aspetti peculari della società indiana sono la divisione in caste e l’influenza della religione. Le caste sono classi sociali rigidamente distinte e chiuse alle quali non si può accedere da un’altra classe. Questo rende la società indiana estremamente statica. L’esistenza delle caste è giustificata dalla religione induista e nonostante sia formalmente abolita svolge ancora un ruolo importante nella società indiana attuale. In India la religione influenza ogni aspetto della vita sociale e culturale. Anche l’educazione quindi è incardinata all’interno di un contesto religioso, con differenze che dipendono dal tipo di religione. L’antica India infatti ospita due religioni: L’induismo e il buddhismo. INDUISMO È la religione più antica, che ri

Gli ebrei:una comunità educatrice

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Tra i popoli dell’antichità ad assegnare un particolare valore all’istruzione sono gli Ebrei.Molte vicende del popolo ebraico ci sono note grazie alla Bibbia. Nel corso dei secoli si consolida presso gli Ebrei uno stretto legame tra insegnamento, funzione della cultura e comunità. Anche presso il popolo ebraico le prime scuole nascono in un contesto religioso.Al tempo di Esdra, un sacerdote e scriba vissuto nel V secolo a.C., vengono istituite le prime scuole pubbliche. Il ruolo dei maestri è fondamentale: essi sono chiamati a esporre con chiarezza gli argomenti ai loro allievi, dei quali devono capire la psicologia e ai quali spesso si rivolgono chiamandoli “figli”, un termine che segnala il tipo di rapporto che si instaura tra loro. Alla formazione dei maestri, i rabbini , presiede l’accademia rabbinica, dove gli allievi studiano fino al quarantesimo anno d’età per perfezionare la propria preparazione. I rabbini non sono le uniche figure culturali del popolo ebraico. Nella storia

Istruzione ed educazione nell'Antico Egitto

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Nella civiltà egiziana si manifesta lo stesso fenomeno che abbiamo incontrato in quella sumero-babilonese: lo stretto legame tra cultura, educazione, religione e potere politico. La stessa scrittura è considerata l’invenzione di un dio, Tot, che è lo scriba degli dei.Secondo gli Egizi, il destino è nelle mani degli dei, ai quali è inutile opporsi. È intorno al 2000 a.C. che cominciarono a svilupparsi in Egitto le vere scuole, le Case del Libro, situate nei templi. Qui i ragazzi ricevono l’istruzione primaria, che dura quattro anni,grazie alla quale apprendono la scrittura dei geroglifici. solo i figli di famiglie più agiate possono proseguire gli studi. Se appartengono a famiglie nobili e benestanti possono addirittura studiare in compagnia dei membri della famiglia reale, in quella che appunto viene chiamata scuola reale: qui si comincia subito con l’imparare la scrittura. I figli degli artigiani possono ricevere invece una formazione di tipo professionale . Le scuole di grado più

La civiltà sumero-babilonese e le prime scuole

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Le prime scuole della storia sorgono probabilmente dell’antica Mesopotamia, la fertile zona compresa tra i fumi Tigri ed Eufrate . I sacerdoti mesopotamici sviluppano conoscenze di carattere matematico, medico e astronomico-astrologico. Essi custodiscono come sacra la stessa scrittura. In una fase successiva, lo sviluppo della società richiede un numero maggiore di persone in grado di leggere e scrivere. Nasce così la figura dello scriba, la cui formazione si svolge ora in locali separati dal tempio ed è affidata man mano a un personale specializzato che non appartiene più all'ambiente religioso. Scriba significa letteralmente “colui che scrive sulle tavolette” e le scuole sono chiamate case delle tavolette.Gli scribi svolgono molte funzioni burocratiche e amministrative: sono infatti archivisti, consiglieri, notai, scrivani, contabili ecc., il cui ruolo è fondamentale nella registrazione e conservazione di informazioni.