L'EDUCAZIONE NELLA CIVILTA' MUSULMANA
IL MONDO ARABO PREISLAMICO: LA TRADIZIONE ORALE
La civiltà araba si sviluppa nella penisola arabica, a partire dal VI-VII secolo d.C., grazie all’impulso dato da Maometto, il fondatore di una nuova religiosa monoteistica: l’islam. Prima della conversione all’Islam, l’Arabia, un paese occupato in gran parte dal deserto, è abitata soprattutto da tribù nomadi dedite alla pastorizia: i beduini si spostano continuamente portando con sé tutti i propri beni (animali, cibo,oggetti). Tradizioni, costumi, conoscenze passano di generazione in generazione grazie alla trasmissione orale, per mezzo di narrazioni. I poemi preislamici, che possiamo conoscere attraverso trascrizioni compiute in epoche successive, hanno anche un carattere pedagogico: essi insegnano ai ragazzi e alle ragazze i propri compiti e raccomandano valori quali l’ospitalità , la generosità , la carità (che diventerà un precetto islamico), l’amore per gli animali. In una Mu’allaqu, per esempio, vengono tessute le odi di una cammella, animale prezioso per attraversare il deserto: “Se la pena mi affligge la scaccio con una cammella ondeggiante e veloce che giorno e notte cammina”.
MAOMETTO E L'ISLAM
La nascita dell’islam, che dà l’avvio alla civiltà araba, si deve al profeta Muhammad, che noi conosciamo come Maometto (570-632 d.C.), il quale avrebbe ricevuto la rivelazione di Dio, Allah in arabo, dall’arcangelo Gabriele nel 610. Il contenuto di questa rivelazione costituisce il Corano , il testo sacro che ha per la religione islamica il valore che per gli ebrei ha la Bibbia e per i cristiani il Vangelo. Inizialmente, il Corano si pone in un rapporto di continuità e perfezionamento della Bibbia, la cui tradizione viene recuperata nella nuova religione monoteistica: Maometto ritiene di essere l’ultimo e definitivo profeta, preceduto da Cristo, considerato egli stesso profeta, ma non fglio di Dio. Riguardo al rapporto tra le diverse religioni monoteistiche, si può leggere nel Corano che tutti coloro che credono, ebrei e cristiani e tutti coloro che credono in Allah e nell’ultimo Giorno e compiono il bene non avranno “nulla da temere e non saranno affitti”.
Maometto, secondo una certa tradizione, non unanimemente condivisa, non sa leggere e scrivere, e quindi trasmette oralmente il contenuto del Corano, i cui versetti vengono recitati a memoria per essere poi successivamente trascritti su supporti di fortuna come pezzi di pergamena, legno, osso, ecc. Questa forma di trascrizione spontanea determina varie versioni del Corano. Il califo Uthman lo fa finalmente trascrivere, nel 652, in un testo costituito da 114 sure (la sura rappresenta una ripartizione del testo all’incirca corrispondente al capitolo, che si suddivide poi in versetti).
Il Corano contiene precetti che riguardano tutti gli aspetti della società islamica e in particolare fissa gli obblighi fondamentali per un credente musulmano, i cosiddetti cinque pilastri dell’islam.
Il Corano, pur se non contiene una specifica trattazione pedagogica, è un codice religioso, giuridico, morale e sociale, e quindi, nel suo insieme, è anche un codice generale dell’educazione che riguarda sia gli adulti sia i bambini di una certa età . Le raccomandazioni e i divieti del Corano non sono infatti destinati al bambino immaturo, ma al bambino ormai responsabile o all’adulto responsabile del bambino: pur regolamentando la condotta dei bambini nei minimi dettagli, la legge non si rivolge a loro, ma a genitori, governanti, insegnanti e alla comunità nel suo insieme, alla quale spetta l’educazione e la correzione dei comportamenti dei giovani per renderli conformi alle prescrizioni
L’islam raccomanda una formazione complessiva dell’essere umano: corpo,ragione, spirito, istinti e sentimenti. Si tratta di un’educazione armoniosa come preparazione alla vera vita nell’aldilà : le nozioni di bene e male devono essere inculcate in vista del giudizio divino finale. Il bambino impara subito che esiste una vita dopo la morte e che riceverà un
premio o una punizione secondo la condotta tenuta nella dunyia, la vita terrena.
L’educazione è dunque contraddistinta da un’impronta religiosa: bisogna infatti trasmettere fin dall’inizio due valori fondamentali, la fede e la conoscenza che si acquisiscono attraverso la rivelazione coranica.
La civiltà araba si sviluppa nella penisola arabica, a partire dal VI-VII secolo d.C., grazie all’impulso dato da Maometto, il fondatore di una nuova religiosa monoteistica: l’islam. Prima della conversione all’Islam, l’Arabia, un paese occupato in gran parte dal deserto, è abitata soprattutto da tribù nomadi dedite alla pastorizia: i beduini si spostano continuamente portando con sé tutti i propri beni (animali, cibo,oggetti). Tradizioni, costumi, conoscenze passano di generazione in generazione grazie alla trasmissione orale, per mezzo di narrazioni. I poemi preislamici, che possiamo conoscere attraverso trascrizioni compiute in epoche successive, hanno anche un carattere pedagogico: essi insegnano ai ragazzi e alle ragazze i propri compiti e raccomandano valori quali l’ospitalità , la generosità , la carità (che diventerà un precetto islamico), l’amore per gli animali. In una Mu’allaqu, per esempio, vengono tessute le odi di una cammella, animale prezioso per attraversare il deserto: “Se la pena mi affligge la scaccio con una cammella ondeggiante e veloce che giorno e notte cammina”.
MAOMETTO E L'ISLAM
La nascita dell’islam, che dà l’avvio alla civiltà araba, si deve al profeta Muhammad, che noi conosciamo come Maometto (570-632 d.C.), il quale avrebbe ricevuto la rivelazione di Dio, Allah in arabo, dall’arcangelo Gabriele nel 610. Il contenuto di questa rivelazione costituisce il Corano , il testo sacro che ha per la religione islamica il valore che per gli ebrei ha la Bibbia e per i cristiani il Vangelo. Inizialmente, il Corano si pone in un rapporto di continuità e perfezionamento della Bibbia, la cui tradizione viene recuperata nella nuova religione monoteistica: Maometto ritiene di essere l’ultimo e definitivo profeta, preceduto da Cristo, considerato egli stesso profeta, ma non fglio di Dio. Riguardo al rapporto tra le diverse religioni monoteistiche, si può leggere nel Corano che tutti coloro che credono, ebrei e cristiani e tutti coloro che credono in Allah e nell’ultimo Giorno e compiono il bene non avranno “nulla da temere e non saranno affitti”.
Maometto, secondo una certa tradizione, non unanimemente condivisa, non sa leggere e scrivere, e quindi trasmette oralmente il contenuto del Corano, i cui versetti vengono recitati a memoria per essere poi successivamente trascritti su supporti di fortuna come pezzi di pergamena, legno, osso, ecc. Questa forma di trascrizione spontanea determina varie versioni del Corano. Il califo Uthman lo fa finalmente trascrivere, nel 652, in un testo costituito da 114 sure (la sura rappresenta una ripartizione del testo all’incirca corrispondente al capitolo, che si suddivide poi in versetti).
Il Corano contiene precetti che riguardano tutti gli aspetti della società islamica e in particolare fissa gli obblighi fondamentali per un credente musulmano, i cosiddetti cinque pilastri dell’islam.
L'EDUCAZIONE NELL'ISLAM
I Cinque pilastri dell’islam sono alla base dell’educazione del fedele musulmano.Il Corano, pur se non contiene una specifica trattazione pedagogica, è un codice religioso, giuridico, morale e sociale, e quindi, nel suo insieme, è anche un codice generale dell’educazione che riguarda sia gli adulti sia i bambini di una certa età . Le raccomandazioni e i divieti del Corano non sono infatti destinati al bambino immaturo, ma al bambino ormai responsabile o all’adulto responsabile del bambino: pur regolamentando la condotta dei bambini nei minimi dettagli, la legge non si rivolge a loro, ma a genitori, governanti, insegnanti e alla comunità nel suo insieme, alla quale spetta l’educazione e la correzione dei comportamenti dei giovani per renderli conformi alle prescrizioni
L’islam raccomanda una formazione complessiva dell’essere umano: corpo,ragione, spirito, istinti e sentimenti. Si tratta di un’educazione armoniosa come preparazione alla vera vita nell’aldilà : le nozioni di bene e male devono essere inculcate in vista del giudizio divino finale. Il bambino impara subito che esiste una vita dopo la morte e che riceverà un
premio o una punizione secondo la condotta tenuta nella dunyia, la vita terrena.
L’educazione è dunque contraddistinta da un’impronta religiosa: bisogna infatti trasmettere fin dall’inizio due valori fondamentali, la fede e la conoscenza che si acquisiscono attraverso la rivelazione coranica.
LA SCUOLA NELL'ISLAM
Oltre al Corano, l’educazione islamica si richiama alla Sunna (i Detti), un testo che riporta parole e azioni di Maometto. Inoltre, alcune opere destinate agli aristocratici forniscono indicazioni più precise in materia di istruzione ed educazione. Il credente nell’islam ha infatti il dovere sia di istruirsi sia di istruire. L’istruzione si articola in tre livelli.
Istruzione primaria: scuole elementari, ovvero kuttab o maktab, esistono già in periodo pre-islamico nel medioevo, con l’afermazione dell’islam, nella scuola coranica elementare si cura, a partire dal quinto anno d’età , l’educazione dei maschi, inizialmente nelle moschee finché non vengono creati locali appositi. Tale istruzione è basata innanzitutto sulla memorizzazione dei versetti del Corano, per cui diventa fondamentale la mnemotecnica la conoscenza della lingua araba, in cui è redatto il libro sacro, è indispensabile anche presso quei popoli non arabi che si convertono all’islam. Insieme alla grammatica viene insegnato in queste scuole anche il calcolo e il bambino viene introdotto alla conoscenza delle tradizioni.
Istruzione secondaria: fase di transizione e specializzazione, nella quale gli alunni, a partire dai quattordici anni, a prescindere dallo status sociale, acquisiscono abilità manuali e competenze specifiche per la professione futura in ambiti come letteratura, predicazione, medicina, geometria, commercio, artigianato
Istruzione superiore: riservata ai maschi appartenenti ai ceti alti
Stato.
Le discipline principali sono la teologia e la scienza coranica: in funzione della lettura e interpretazione del testo sacro, si studiano anche filologia, metrica, retorica e logica. È inoltre necessario conoscere le tradizioni e il calendario liturgico, relativo alle più importanti ricorrenze e funzioni religiose. Gli studenti vengono introdotti anche alla conoscenza del sufismo, una corrente ascetica che prende il nome da un gruppo di compagni del profeta Maometto, vestiti solo di una lunga tunica di lana . Nel corpus degli studi rientrano anche architettura .
Nell’ordinamento degli ambiti di studio esiste una scala gerarchica che, dal livello più basso a quello più alto, prevede le scienze tecniche e le arti, da possedere nella misura in cui sono utili ai bisogni pratici, ma suscettibili di approfondimenti personali; a un gradino intermedio si collocano le scienze filosofche, che comprendono filosofa, logica, scienze economico-sociali e scienze naturali; il vertice del sapere è costituito dalle scienze coraniche, che includono anche grammatica e competenze esegetiche, relative cioè all’interpretazione del testo sacro.
Commenti
Posta un commento