I sofisti e la nascita della paidèia

Il termine sofista indica i primi insegnanti a pagamento degli aspiranti politici. I sofisti intendono insegnare l'areté politica, cioè la tecnica con cui un uomo politico può sostenere in pubblico le proprie tesi e sconfiggere quelle degli avversari. La nuova virtù consiste nell'abilità dialettica e retorica, cioè nell'arte del linguaggio. Questa areté, secondo i sofisti, si può imparare e non è una dote ereditaria. Con qualche forzatura, possiamo paragonare i sofisti agli attuali esperti di comunicazione, che aiutano i politici durante la campagna elettorale.

Le tecniche insegnate dai sofisti sono due:
la dialettica, che consiste in un serrato dialogo tra due o più interlocutori, nel quale ciascuno cerca di provare razionalmente la validità delle proprie posizioni confutando quelle dell’avversario;
la retorica, che consiste in lunghi discorsi con i quali persuadere un vasto uditorio. La persuasione fa spesso appello a desideri, paure, speranze piuttosto che ad argomenti razionali.

È importante notare che i sofisti non identificano la conoscenza con la verità.
Anzi, i loro maggiori rappresentanti, ritengono che non esista alcuna verità assoluta:

Protagora di Abdera afferma: “L’uomo è la misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono”; ciò significa che la verità è quella che gli uomini decidono sia tale.
Gorgia da Lentini afferma a sua volta: “Nulla è; seppure qualcosa è, non è conoscibile; seppure è conoscibile, non è comunicabile”; quindi tutto sta nelle nostre capacità di persuasione e Gorgia stesso si pronuncia a favore e contro la stessa tesi, per dimostrare che l’unica realtà è il linguaggio.
Per queste parole i sofisti sono stati accusati di scetticismo, perché hanno affermato che non è possibile conoscere nulla con certezza, e di nichilismo, perché hanno affermato che non esistono verità assolute.

Commenti

Post popolari in questo blog

Le principali teorie educative

CARLO MAGNO E LA SCUOLA PALATINA

GREGORIO MAGNO:LA FORMAZIONE DEL CLERO E L'EDUCAZIONE POPOLARE