Religione ed educazione in India

Il modello educativo improntato dall’obbedienza alle leggi dello Stato e della religione non è esclusivo nel mondo egizio e mesopotamico, ma è presente anche nella civiltà indiana e nella civiltà cinese.Due aspetti peculari della società indiana sono la divisione in caste e l’influenza della religione.Le caste sono classi sociali rigidamente distinte e chiuse alle quali non si può accedere da un’altra classe. Questo rende la società indiana estremamente statica. L’esistenza delle caste è giustificata dalla religione induista e nonostante sia formalmente abolita svolge ancora un ruolo importante nella società indiana attuale. In India la religione influenza ogni aspetto della vita sociale e culturale. Anche l’educazione quindi è incardinata all’interno di un contesto religioso, con differenze che dipendono dal tipo di religione. L’antica India infatti ospita due religioni: L’induismo e il buddhismo.

INDUISMO
È la religione più antica, che risale all’invasione dell’India da parte degli Arii intorno al 2000 a.C. 
Un concetto fondamentale dell’induismo è la reincarnazione. Alla morte del corpo l’anima si reincarna in un altro essere vivente in un ciclo senza fine.
I testi sacri dell’induismo sono I Veda.
 I Veda sono stati trasmessi oralmente fino all’VIII secolo d.C. e perciò fino a quel momento anche l’educazione si è sviluppata senza ricorrere alla scrittura. Anche in seguito si è basata sostanzialmente sul metodo mnemonico, adottato per ricordare i peso dei testi sacri, e sul ragionamento, che impegna in un dialogo serrato maestri e allievi.
Il percorso formativo prevede un’instruzione familiare dopo la quale l’allievo viene affidato al maestro cui deve rispetto più che al proprio stesso padre. L’istruzione varia a seconda della casta di appartenenza.

BUDDHISMO
Dal VI secondo a.C. si diffonde in India un’altra religione, a opera di Siddhartha Gautama, detto il Buddha, cioè il risvegliato. Buddha, un giovane principe indiano, insegna un percorso di purificazione, attraverso il quale l’individuo deve emanciparsi dai bisogni materiali e approdare al nirvana, una condizione di assenza di desideri e dolori. 
La religione buddhista è aperta a tutti, e non viene più impartita in sanscrito, ma in un linguaggio che può essere compreso da tutti.
Rimane centrale però, come nell’induismo, il rapporto allievo-maestro e la finalità religiosa.

I testi di riferimento sono opere ispirate dalla predicazione del Buddha.

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