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LETTURE

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                                              Alla scuola di Gesù I n seguito, le parole: Si avvicinarono a lui i discepoli, vanno intese nel senso di scolari che pongono dei problemi al maestro, esaminando chi è il più grande nel regno dei cieli. Da questo punto di vista i discepoli di Gesù sono certo da imitare: se mai tra noi non trovassimo risposta ad un quesito, con ogni concordia circa quel quesito, avviciniamoci a Gesù che è presente dove due o tre sono radunati nel suo nome, ed è pronto con la sua presenza, a seconda delle nostre capacità, ad illuminare i cuori di coloro che sinceramente vogliono mettersi alla sua scuola per la comprensione dei quesiti. Non è poi fuori luogo avvicinarsi anche ad uno dei maestri stabiliti da Dio nella Chiesa e porre a lui una domanda analoga: chi è dunque il più grande nel regno dei cieli? Dalla Regola:severità e comprensione nell'educazione Nelle indicazioni “pedagogiche” della sua Regola  san Benedetto oscilla tra severità e co

L'EDUCAZIONE NELLA CIVILTA' MUSULMANA

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                              IL MONDO ARABO PREISLAMICO: LA TRADIZIONE ORALE    La civiltà araba  si sviluppa nella penisola arabica, a partire dal VI-VII secolo d.C., grazie all’impulso dato da Maometto, il fondatore di una nuova religiosa monoteistica: l’islam. Prima della conversione all’Islam, l’Arabia, un paese occupato in gran parte dal deserto, è abitata soprattutto da tribù nomadi dedite alla pastorizia: i beduini si spostano continuamente portando con sé tutti i propri beni (animali, cibo,oggetti). Tradizioni, costumi, conoscenze passano di generazione in generazione grazie alla trasmissione orale, per mezzo di narrazioni. I poemi preislamici, che possiamo conoscere attraverso trascrizioni compiute in epoche successive, hanno anche un carattere pedagogico: essi insegnano ai ragazzi e alle ragazze i propri compiti e raccomandano valori quali l’ospitalità, la generosità, la carità (che diventerà un precetto islamico), l’amore per gli animali. In una Mu’allaqu , per esempio,

SCUOLE EPISCOPALI,PARROCCHIALI,PATRIARCALI

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I monasteri, che sorgono in tutta Europa intorno al V secolo, si caratterizzano oltre che per essere luoghi di culto, anche per essere centri di formazione dei futuri monaci. Qui, accanto alle pratiche di fede, i giovani, destinati alla vita monastica, apprendono la lettura e la scrittura utilizzando soprattutto i testi sacri. Per evitare il sovraffollamento che si determina,Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno, nell’817 vieta l’accesso ai monasteri a coloro che non prenderanno i voti. Per questioni economiche quest’ordinanza non sempre è rispettata: i giovani aristocratici elargiscono infatti donazioni e lasciti ai monasteri, per cui la loro esclusione dalla scuola monastica arreca un notevole danno.Alcuni monasteri, incuranti dell’ordinanza, continuano a far convivere al loro interno due distinte scuole, per chierici e laici. Un esempio è il monastero di San Gallo in Svizzera, sorto nella prima metà del IX secolo che, anche in regime di divieto, in un’ala separata da un muro contie

CARLO MAGNO E LA SCUOLA PALATINA

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Un tentativo concreto e istituzionale di rianimare la cultura e l’istruzione si deve a Carlo Magno . Re dei Franchi, popolo stanziato tra Germania e Francia, Carlo amplia considerevolmente le dimensioni del proprio dominio, sottomettendo i Longobardi e i Sassoni. Il suo progetto politico prevede la costruzione di un impero che si richiami all’impero romano e al cristianesimo. Egli viene incoronato imperatore la notte di Natale dell’800.  Carlo dà vita a un fenomeno di rinascita culturale chiamato rinascita carolingia. Carlo, pur essendo un illetterato, ha compreso l’importanza di una riforma della struttura di governo che investa tutti i campi della cultura ed in modo particolare l’istruzione, vero motore di ogni cambiamento. Nell’Esortazione generale del 789 indica le linee guida del suo progetto di riforma generale. Egli considera fondamentale che tutti i popoli conquistati siano accomun ati dagli stessi costumi, da un’unica lingua e da un’unica religione e per far questo invita

GREGORIO MAGNO:LA FORMAZIONE DEL CLERO E L'EDUCAZIONE POPOLARE

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Gregorio Magno, monaco benedettino e poi papa dal 590,è considerato un divulgatore della religione cristiana e nella sua Regola pastorale detta i principi pedagogici per la formazione di chierici e vescovi. Fondamentali sono i contenuti dell’apprendimento che non vanno scelti solo tra quelli presenti nei testi sacri, ma anche tra i classici della letteratura di origine pagana in un rapporto di fusione e compenetrazione delle due culture, entrambe considerate indispensabili per una formazione completa degli uomini della Chiesa.Convinto sostenitore della formazione popolare, una volta eletto papa, in alcuni dei suoi numerosi scritti ricorda ai suoi vescovi di perseguire la formazione religiosa del popolo, attraverso la predicazione. Queta, sulla scorta di quanto già detto da Agostino nella Prima catechesi, non deve fare sfoggio di un linguaggio forbito, incomprensibile ai più, ma adattarsi a un uditorio modesto perché “colui che insegna deve stare bene attento a non predicare più di quel

SEVERINO BOEZIO:LE ARTI LIBERALI E LA FILOSOFIA

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Le arti liberali, che già erano state importanti nell’istruzione dei secoli precedenti,sono al centro delle riflessioni di Severino Boezio , il quale riserva loro vari trattati. Scrive quindi una serie di opere dedicate a ciascuna delle discipline delle arti liberali.Alla base di queste opere si può ritrovare un progetto pedagogico dettato dall’obiettivo di studiare il mondo da diversi punti di vista, per cogliere in esso un ordine superiore che può essere dimostrato da ognuna di queste scienze. Le arti del quadrivio – aritmetica, geometria, astronomia e musica – colgono rispettivamente l’ordine e la perfezione del numero, dello spazio, dei corpi celesti e dei suoni. Boezio non vuole scrivere un semplice manuale, ma fornire una conoscenza della verità sul mondo, per spingere l’allievo a comprendere le regole che presiedono all’armonia del cosmo.Dopo aver composto i testi sulle arti del quadrivio, Boezio rivolge la sua attenzione alle arti del trivio o del linguaggio : grammatica , di

Cristianesimo e filosofia

 Ben presto,il cristianesimo si trova ad affrontare uandoppia sfida: una ,dall'esterno,portata dalla società e dalla cultura pagane contro la nuova fede,accusata di essere pericolosa per la stabilità politica ed economica dall'impero; l'altra, interna, a causa delle diverse interpretazioni dello stesso messaggio cristiano.Già dal II sec.d.C. compaiono le prime vere scuole cristiane.Questi centri educativi,oltre alla dottrina cristiana,insegnano anche elementi di filosofa greca. I primi maestri cristiani vengono chiamati didaskailoi,secondo una denominazione di età ellenistica.Una delle prime e più importanti scuole sorge,verso il 190,ad Alessandria d'Egitto,una capitale culturale del mondo mediterraneo fin dai tempi dell'ellenismo,ed è chiamata Didaskaleion. Nel Didaskaleion operano Panteno , Clemente Alessandrino e Origene .  Sulle attività tenute nella Scuola dell'Alessandria non esistono molti documenti; nel contempo vengono insegnate le sette arti liberali: